SOS compiti a casa

L'esperienza dei compiti a casa rappresenta per il genitore un momento di confronto con i propri figli ma allo stesso tempo può essere causa di tensioni e contrasti.
Spesso il bambino vive il compito come frustrante e poco appagante reagendo con rifiuto, ansia e preoccupazione.
Ma come aiutare i propri figli in modo che possano diventare sempre più autonomi e sviluppino un maggior senso di auto-efficacia?
Una convinzione errata dei genitori è che il compito debba essere svolto in maniera impeccabile, per questo motivo spesso si sostituiscono ai figli nello svolgimento o correggono tutti gli errori suggerendogli la soluzione corretta.
La funzione del compito è quella di aiutare l'insegnante a comprendere la reale preparazione del bambino e in quali argomenti ha più difficoltà. Per questo motivo il primo vero aiuto che si può dare al proprio figlio è aiutare il meno possibile. Il bambino deve, infatti, imparare a sbagliare, a correggersi autonomamente e consolidare così gli apprendimenti acquisiti in classe.
Il genitore dovrebbe comunque rappresentare un valido sostegno attraverso un monitoraggio esterno e, in caso di bisogno, indirizzarlo verso la scelta di una strategia per la ricerca della soluzione. Se il bimbo non comprende qualcosa lo si dovrebbe, quindi, invitare a rivedere la regola di riferimento con l'ausilio del libro o del quaderno senza però suggerire la risposta corretta.
Sarebbe, inoltre, importante insegnare ai bambini ad organizzarsi in modo funzionale, ad esempio, stabilendo un orario fisso per lo svolgimento dei compiti, strutturare un ambiente privo di rumori di distrazione (es. radio o tv), prevedere delle pause rilassanti dopo un compito impegnativo e utilizzare un piano settimanale per ridistribuire il lavoro nel corso della settimana, ed evitare così pomeriggi eccessivamente carichi di compiti. Tutto questo senza perdere di vista il motore che spinge i propri figli a fare sempre meglio: la gratificazione del loro impegno.


Articolo scritto dalla Dott.ssa Alice Panicciari
per il progetto "Psicologi e Mass Media"
pubblicato sul quotidiano Alto Adige il 13.08.2016