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Il supporto alla generazione connessa

In un'era tecnologica in cui la comunicazione tra giovani e meno giovani avviene tramite Whatsapp, Facebook, Instagram, Twitter, e-mail, ecc. diventa sempre più importante promuovere l'educazione ai media, rivolgendo particolare attenzione sui pericoli di tali mezzi e sul fenomeno chiamato cyberbullismo.
Tale fenomeno deriva da quello tradizionale di bullismo (Sposini,2014), dove un soggetto o un gruppo prevarica la vittima attraverso comportamenti fisici e/o attacchi verbali aggressivi che condizionano la sua vita privata e sociale. Spesso la vittima è considerata diversa per aspetto estetico, timidezza, orientamento sessuale, o altro. Nello specifico il cyberbullismo è una forma di disagio relazionale e di sopruso, perpetrata tramite i nuovi mezzi di comunicazione ed il web in generale. (Genta et al., 2009).
Mura et al. (2012) individuano delle caratteristiche specifiche del cyberbullismo: l'anonimato, la diffusione e la pervasività, ovvero la grande velocità con cui lo scherno si diffonde vista la presenza di dispositivi sempre interconnessi.
Le conseguenze psicologiche per le vittime di questi attacchi possono essere estremamente marcate, con effetti anche gravi sull'autostima, sulle capacità socio-affettive, sul senso di autoefficacia e sull'identità personale. Possono riscontrarsi anche difficoltà scolastiche, ansia e depressione e, nei casi piú estremi, idee suicidarie (Sposini,2014).
La scuola, ormai sempre più chiamata a coprire un ruolo non solo formativo ma anche educativo, è il luogo giusto per fare prevenzione. Il binomio corpo insegnante e psicologo scolastico può essere utile in questo, offrendo progetti che rendano i giovani consapevoli delle conseguenze che le diverse forme di bullismo causano (Salmivalli, 2010). È importante che queste due figure creino e rafforzino le competenze sociali degli alunni, sostengano una cultura positiva del dialogo, lavorino sul teambuilding, sulla capacitá di decentramento, e aiutino gli alunni a migliorare la capacità di affrontare i conflitti, esercitando empatia e coraggio civile.

 

Articolo scritto dalla Dottoressa Corazza Alessia
per il Progetto "Psicologi e Massa Media"
pubblicato sul quotidiano Alto Adige il 19.08.2017